Della vita Supponiamo di essere malati così gravi che occorra il bisturi. Ciò vuol dire che forse non potremmo mai più rialzarci dal bianco bigliardo. Allora, anche provando una grande tristezza di andarcene un po' troppo presto, rideremmo lo stesso ascoltando un aneddoto, daremmo un'occhiata alla finestra per vedere se il tempo si mette alla pioggia o aspetteremmo, con l'impazienza nel cuore, le notizie dell'ultima ora. Supponiamo di essere al fronte per una causa che meriti. Laggiù al primo scontro può darsi che tu cada con la faccia a terra e muoia. Tu lo sai, ti fa rabbia ma tuttavia saresti ansioso e accalorato vorresti conoscere come finirebbe quella guerra che potrebbe durare degli anni. Supponiamo di essere in carcere. Che si rasenti la cinquantina e che dovessero passare ancora diciotto anni prima che la galera si apra. Ma ugualmente tu vivresti con il mondo di fuori con i suoi uomini i suoi animali le sue lotte e i suoi venti con il mondo di là dai muri. Così, dovunque tu sia, in qualunque circostanza tu sia devi vivere come se mai tu dovessi morire. 1957